Ciò in cui crediamo diventa la nostra realtà


Ciò in cui crediamo diventa la nostra realtà

Caro lettore buongiorno,

oggi vorrei parlare di un argomento abbastanza sottile, ma che contemporaneamente porta con sè un effetto enorme: la nostra inconscia tendenza all'interpretazione. E per semplicità mi riferirò esclusivamente alla vita studentesca.

Dal momento in cui mettiamo piede per la prima volta in un istituto scolastico iniziamo a ricevere compiti da svolgere, istruzioni su cosa dobbiamo fare e su come dobbiamo farlo, al fine di imparare e diventare esseri umani realizzati pienamente (i metodi utilizzati a tale scopo rimangono libera scelta dei singoli insegnanti).

Ci abituiamo in breve tempo a svolgere una grande e sempre crescente quantità di attività, un salto bello grosso dal periodo dell'asilo!

Il problema è che iniziamo ad associare la fatica all'apprendimento, e molto spesso ci si dimentica della bellezza che scaturisce dalla conoscenza, proprio per via di questa fatica.

Procedendo in questa maniera, cresciamo, diventiamo adolescenti, andiamo all'università, ma questo senso di repulsione alla fatica dell'apprendimento ce lo trasciniamo all'infinito.

Ma perchè questo accade? Cioè cosa succede all'interno di noi che ci fa vedere solo la fatica quando pensiamo allo studio?

La risposta è: l'interpretazione soggettiva.

Lo studente interpreta l'attività dello studio come noiosa e stancante, ma non per un fatto oggettivo, solo in base alle sensazioni che è stato sempre abituato a sentire mentre studiava. Esattamente come ogni altra cosa nel mondo: per esempio noi vediamo divertimento, felicità e gioia nelle feste tra amici perchè nelle feste passate abbiamo provato emozioni positive.

Questo meccanismo poi si fa sempre più complesso con l'aumentare della "complessità dell'Io", come la chiama Mihaly Csikszentmihalyi (cerco sempre la dicitura del nome su google), o con l'aumentare della capacità di ragionare tenendo conto delle nostre emozioni. Ad esempio potrei pensare che fare i compiti è noioso, ma inserendo una variante (come avere un amico a fianco) l'attività diventerà meno noiosa.

Comunque a noi importa il meccanismo di interpretazione di base, puramente basato sul passato. In questa maniera, tralasciando l'effetto neurobiologico della fatica a cambiare (di cui ho parlato diverse volte), comprendiamo perchè l'associazione studio-fatica-noia-stress è così radicato in noi.

Ma possiamo cambiare modo di vedere lo studio? E di conseguenza cambiare le sensazioni che proviamo studiando?

La risposta è si, solo che bisogna impegnarsi nel cambiare punto di vista: è necessario trovare un angolo visuale per la quale lo studio risulti addirittura "carino"; di conseguenza le nostre emozioni seguiranno e come studenti vivremo una vita un po' più felice, o comunque meno sofferente.

Dunque cosa possiamo fare? A mio parere l'atto che rompe più facilmente il giudizio che lega studio e noia è il passare dal pensare "che palle ho un sacco di roba da studiare" a "vediamo come posso sbrigare al più presto tutto lo studio di oggi".

Questo cambio di pensiero, che riflette un cambio di atteggiamento: da una propensione "fuggire da" ci spostiamo ad una "correre verso". In questo caso correre verso il proprio tempo libero.

Se riusciamo a ricordarci di pensare alla prospettiva offerta dal pensiero "correre verso", e ci ripetiamo mentalmente che più ci impegniamo e meno tempo riusciremo a dover dedicare i libri, allora avremo trasformato la nostra emozione legata allo studio.

Successivamente si potrà "raffinare" ancora di più l'emozione legata allo studio innamorandosi della conoscenza, cosa che è possibile fare solo dimenticandosi completamente della fatica ad esso legata (che si può fare solo avendo cambiato prospettiva!).

Non sarà mai facile, ma l'alternativa è molto peggio, tutto rimarrebbe come prima.

Così facendo potrai dare una sferzata al tuo studio e tutta la tua vita ne trarrà giovamento!

Spero che questi pensieri ti torneranno utili nel concreto e come sempre sono aperto a domande ed approfondimenti.

A presto,

- Samuele