Chi ben comincia è già a metà dell'opera


Chi ben comincia è già a metà dell'opera

Ciao, avrai notato che ogni inizio ha la capacità di influenzare tutto il progresso successivo, in qualsiasi attività, anche (e forse soprattutto) nello studio.

Infatti un buon inizio ci permette di raggiungere la concentrazione più velocemente, comprendere quindi più facilmente ed evitare un sacco di perdite di tempo che si andrebbero ad accumulare.

Ma da dove viene il problema dell'inizio?

Una risposta la possiamo trovare nel funzionamento neurologico del nostro cervello, il quale è naturalmente portato a non cambiare, a non trasformarsi, perchè ciò gli costerebbe fatica in quanto sarebbe necessario distruggere alcune catene neurali e crearne di altre, un po' come i muscoli quando si rafforzano.

Dunque quella prima resistenza ad iniziare le attività che avvertiamo è anche dovuta a questo fattore biologico.

Successivamente troviamo un fattore psicologico: l'aspettativa.

L'aspettativa di dover fare qualcosa che non ci piace può buttarci davvero giù, farci pensare che non ci sarà alcuna bellezza in quello che andremo a fare e che staremmo molto meglio senza fare quella determinata cosa.

L'aspettativa è qualcosa che noi elaboriamo nel presente pensando al futuro, secondo il nostro (limitato assai) punto di vista, è una interpretazione a cui crediamo ciecamente, dando per scontato che non possa esistere un futuro diverso!

Comunque a parte questo filosoffeggiare sull'esattezza del giudizio, la causa fondamentale del problema dell'inizio sta nella non accettazione del ciclo temporale, e di tutto ciò che contiene.

Cosa intendo con ciclo temporale? Semplicemente in natura e da qualsiasi altra parte, gli avvenimenti sono sempre ciclici, non esiste nulla di costante (se non il cambiamento stesso - cit. Eraclito ;), anche le macchine, i computer, hanno dei cicli.

Detto questo, dobbiamo sottometterci al ciclo della nostra realtà senza alcuna speranza di migliorarla? No affatto, e quello che sto per dire non è in contraddizione con questa negazione.

(Ho messo un po' troppe negazioni, perdonatemi)

Si risolve il problema dell'inizio accettando la sensazione che ci comporta, non rifiutandola, accogliendola in noi, avendola riconosciuta come parte di noi che, in quanto tale, può farci solo quello che noi le lasciamo fare. Questo vale per tutte le sensazioni o emozioni che non ci piacciono.

Se impariamo ad accettare le nostre sensazioni per quello che sono, senza cercare di cambiarle, senza giudicarle, allora nessuna di esse sarà capace di influenzarci o di bloccarci.

Ti lascio un esercizio da svolgere per iniziare a mettere in pratica tutto questo:

1 - Scrivi su un foglio di carta tutte le aspettative negative che hai su di una determinata attività che dovrai fare nel futuro.

2 - Aggiungi più conseguenze negative possibili, in modo da entrare il più possiibile all'interno della situazione che immagini diventerà realtà.

3 - Adesso osserva senza giudizio le sensazioni che emergono dentro di te, cerca di accettarle e di reggere lo sguardo il più possibile.

4 - Rimani almeno 1 minuto sulle tue sensazioni, ma se vuoi puoi prolungare l'esercizio a piacimento. E' importante che non giudichi nemmeno te stesso se non riesci a fare l'esercizio, sarebbe un paradosso che in un esercizio per il non-giudizio ci si giudicasse quando non lo si riesce a fare!

5 - Riprendi le tue attività quotidiane cercando di mantenere questa accettazione di fondo verso le tue sensazioni. Puoi ripetere l'esercizio con qualsiasi aspettativa; tieni conto comunque che per un po' di tempo non ti sentirai bene, è quindi buona regola far passare un po' di tempo tra una sessione ed un'altra, in modo da permettere al tuo stato emotivo di ritornare normale. Successivamente ricomincierai ed ogni volta sarà sempre più semplice.

Una volta imparato ad accettare le proprie emozioni ti sentirai più leggero e le attività che prima ti sembravano pesanti e che proprio non avevi voglia di intraprendere acquisteranno un gusto decisamente diverso.